Parliamo di ritmi non defibrillabili

Uno studio che include 770 pazienti, pubblicato sul Resusitation Journal, con arresto cardiaco intraospedaliero, tra la Norvegia e gli Stati Uniti d'America ha analizzato i ritmi non defibrillabili e le asistolie sia come ritmo di presentazione sia come regresso dopo una tachicardia ventricolare senza polso (TV) che dopo una fibrillazione ventricolare (FV). Lo studio ha preso in considerazione anche il passaggio da una asistolia ad un PEA (attività elettrica senza polso) e un possibile ROSC successivo.

Il primo dato statistico rilevato parla di un aumento del  4% rispetto a studi fatti nel 2009, del PEA come ritmo di presentazione dell'arresto cardiaco, legato all'età più avanzata dei pazienti e l'incremento di malattie non direttamente correlate a un disturbo cardiovascolare ed a una diminuzione dei ritmi TV ed FV nei soccorsi extraospedalieri.

L'età media dei pazienti studiati è di  67 anni di cui il 57% maschi

  • 24% hanno avuto un ritmo di presentazione di FV o TV
  • 17% in asistolia
  • 59% hanno avuto un PEA come ritmo di presentazione

Le caratteristiche della rianimazione sono da ricercarsi nella linea guida ALS della European Resusitation Council (Copyright ERC www.erc.edu) e hanno portato ai seguenti risultati:

  1. 247 pazienti sono passati dal PEA alla ripresa del ritmo (ROSC)
  2. 141 da un PEA dopo il ROSC e di nuovo un ROSC
  3. 97 in PEA dopo una TV o FV
  4. 78 In PEA dopo asistolia e successivo ROSC

In conclusione

La probabilità immediata di ROSC si sviluppa in modo diverso nella PEA e nell'asistolia a seconda del ritmo precedente e della durata di il tentativo di rianimazione. Queste conoscenze possono aiutare una semplice previsione al letto del paziente e algoritmi di rianimazione elettronica per monitor/defibrillatori.

 

Credit

www.elsevier.com/locate/resusitation/non-shockablerytms

 

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